Studio di Psicoterapia Dott.ssa Visco
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L’inserimento al nido: l’importanza delle emozioni dei genitori.

11/4/2018

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L’inserimento di un bambino al nido rappresenta un momento delicato nell’ esperienza di crescita nei primi anni di vita.
Esso in molti casi è il primo contatto con un contesto extra familiare, la prima esperienza educativa con altri bambini, con altri adulti e coincide con il distacco dalle figure di riferimento familiari. L’inserimento è un momento cruciale anche per i genitori, il primo passo verso una scelta educativa che prevede la condivisione delle responsabilità e l’intreccio tra contesti e adulti di riferimento.
Per un bambino l’inserimento è il primo grande distacco dalla mamma, la prima esperienza che si fa lontano dalla famiglia, è facile quindi immaginare la portata emotiva di un tale evento.
Nella mia esperienza come coordinatrice di un servizio nido, spesso le persone si concentrano e considerano solo l’esperienza emotiva del bambino, trascurando un aspetto altrettanto importante e decisivo per far sì che l’inserimento vada a buon fine: il carico di ansia da distacco dei genitori.  
Questo è un elemento cruciale durante l’inserimento, perché i bambini avvertono e assorbono le emozioni dei propri genitori e si comportano di conseguenza.
Con questo non intendo assolutamente affermare che un buon inserimento dipenda solo dal modo di porsi dei genitori, ma solo che questo ha un’influenza sul processo, così come il modo di porsi delle educatrici con i bambini e con gli stessi genitori e ancora molti altri fattori.
Non ci sono regole precise che valgano per tutti, ogni inserimento è una nuova esperienza alla quale le educatrici devono reagire con l’apertura necessaria per far si che questo momento sia centrato sul bambino, cioè modellato in base a quelli che sono i bisogni che presenta.
Credo che l’unica regola ferma dell’inserimento sia la calma, tutto deve essere graduale, per consentire al piccolo di adattarsi al cambiamento un poco per volta, non allungando i tempi, ma accogliendo le sue reazioni e avendo fiducia nella sua capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Se il bambino percepisce come buone e sicure le nuove condizioni in cui si trova, si adatta facilmente e i genitori possono assumere diversi atteggiamenti per facilitare il processo.
Nel momento in cui visitano le strutture per scegliere quello che sarà l’asilo nido del loro bambino, i genitori devono fare tutte le domande che hanno in mente e parlare dei loro dubbi alle educatrici. Arriverà il giorno in cui lasceranno il loro amato bambino nelle mani di queste persone che ora sono estranee e una delle cose più importanti è sentire di potersi fidare di loro.
Solitamente prima del distacco, tra madre e figlio c’è un rapporto quasi simbiotico, ed è assolutamente normale che il piccolo sia in grado di recepire ogni minima sfumatura emotiva della madre. Questo è il motivo per cui è necessario che le figure di riferimento possano fidarsi delle persone che il bambino incontrerà al nido, perché questo permetterà loro di stare tranquilli, dando la possibilità di creare un clima facilitante per il piccolo nella sua fase di adattamento al nuovo contesto.
Non è difficile riscontrare nelle mamme o nelle figure di riferimento che accompagnano i bambini nella fase d’inserimento l’ansia dovuta, da una parte, alla separazione che si preparano ad affrontare, dall’ altra, dal timore di sbagliare qualcosa in questa fase così delicata. Per questo motivo credo sia importante proporre qualche suggerimento per affrontare al meglio, insieme al bimbo, il primo contatto con il nido.
I giorni che precedono l’inserimento.
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Può risultare utile spiegare al bambino cosa accadrà nei giorni seguenti e soprattutto cos’è l’asilo. Si potrebbe descrivere come il posto dove vanno i bambini mentre le mamme sono al lavoro, dove si divertono, giocano, mangiano, e dove poi le mamme li andranno a riprendere. È importante sottolineare che si tornerà a prenderlo e ripeterlo più volte nei primi periodi, finché non capirà lo svolgimento della sua nuova giornata.
I bambini non hanno una precisa percezione del tempo, è consigliabile quindi spiegargli che il genitore starà via solo il tempo “di fare la spesa”, o “di andare a lavoro”, cioè esprimendo la nozione di orario in base a concetti concreti che lui possa comprende.
Per rassicurare il bambino è possibile creare un piccolo rituale mattutino: una filastrocca da recitare insieme, una goccia di profumo di mamma sul vestitino.
Se ha un “oggetto speciale” (peluche, ciuccio, gioco, maglietta della mamma ecc.) permettetegli di portarlo con sé, per avere qualcosa di familiare vicino che faciliti la transizione.
È essenziale di non introdurre altre grosse novità nello stesso periodo dell’inserimento al nido, come togliere il ciuccio o il pannolino, perché i bambini si adattano ai cambiamenti in modo graduale, ed è meglio che ne abbiamo completamente assimilato uno prima che ne sopraggiunga un altro.

Durante l’inserimento e nei giorni a seguire.
Per quanto è possibile, la figura di riferimento, che accompagna il piccolo nel momento dell’inserimento. deve cercare di stare tranquilla. È importante che i genitori siano convinti del fatto che stanno portando il proprio figlio in un posto sicuro, dove starà con educatrici esperte, si divertirà con gli altri bimbi, crescerà. È giusto pensare razionalmente che il piccolo stia iniziando a emanciparsi dalla mamma, perché questo significa crescere: non è un abbandono. Bisogna essere sereni e tranquilli nel salutarlo, in modo da non fargli vivere il distacco come traumatico, ma come la cosa più naturale del mondo.
I piccoli sono molto sensibili ai sentimenti dei genitori, percepiscono le emozioni di mamma e papà anche solo dal loro sguardo o dal timbro della voce. È bene trasmettere ai bambini uno stato d’animo positivo, per farlo bisogna tenere ben presente che in un momento così delicato i piccoli ricercano “segnali” sul fatto che sia tutto ok. Da questa prospettiva, i genitori veicolano la tranquillità e la calma attraverso le parole e il linguaggio del corpo. Attenzione invece a non trasmettergli ansie e timori.
L’inserimento è anche l’occasione per il genitore di creare buon rapporto con le educatrici. Questo è importante per creare il clima di fiducia necessario per un buon ambientamento del bambino, che gli consenta di capire, anche osservando i comportamenti e gli atteggiamenti degli adulti, che il nido è un posto sicuro e che le educatrici possono essere figure di riferimento valide durante l’assenza dei genitori.
Le educatrici inviteranno sempre i genitori al rispetto dei ritmi del bambino, per dare il tempo al piccolo di ambientarsi, di conoscere nuove figure adulte di riferimento e di imparare a fidarsi di queste. Questo non significa aumentare i tempi necessari per l’inserimento, ma mettere in atto alcuni accorgimenti come ad esempio non forzare per l'orario intero se il bimbo non sembra pronto.


Forse l’inserimento è davvero più difficile per noi genitori, costretti a gestire emozioni così grandi, dovute al distacco dal nostro piccolo, e far si che queste non ostacolino il primo passo di un normale processo di crescita e separazione del nostro bambino.
Buon lavoro!


Bove C. (2012) Accogliere i bambini e le famiglie nei servizi per l’infanzia Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 1 pp. 5-17
Maltempi A. (1986): Il ricongiungimento tra bambini e genitori. In: T. Musatti, S. Mantovani (a cura di): Stare insieme al nido. Bergamo: Juvenilia.
Mantovani S. (2000): L’inserimento del bambino al nido tra storia, ricerca e dibattiti. In: S. Mantovani, L.R. Saitta, C. Bove: Attaccamento e inserimento. Stili e storie delle relazioni al nido. Milano: FrancoAngeli.
Pellai A. (2012) Si va a scuola Prepararsi ai primi giorni in classe Trento: Edizione Centro Studi Erickson
http://www.lastampa.it/2014/09/08/societa/inserimento-al-nido-il-distacco-FY7EyqKX1NsInhoLa1sl7L/pagina.html

 
 
 

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    Autore

    La Dottoressa Monica Visco è una psicologa, psico-oncologa, formatore Gordon e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Centrata sulla Persona. 

    È  attualmente iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio.

    Nell'anno 2006/2007 ha collaborato con il "Progetto Genitori" promosso dal Consultorio di Potenza.
    Ha svolto attività di Cultore della Materia presso le Facoltà di "Medicina e Chirurgia" e la Facoltà di "Odontoiatria" dell'Università Sapienza di Roma con l'insegnamento di "Psicologia Clinica" nell'anno 2008/2009.
    Da diversi anni è impegnata nell'ambito ospedaliero, nello specifico Diabete Gestazionale e Oncologia.
    Nell'anno 2013/2014 ha collaborato nel reparto di Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo di Potenza.
    Attualmente, è coordinatrice del Centro Ludico Ambarabà di Potenza, ove si occupa della programmazione delle attività e dei piani individualizzati per i bambini, consulenze sulla genitorialità e sulla comunicazione genitore-bambino, insegnante-bambino.




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